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Michele Cappelletti e Alessandro Calbucci

Beach Tennis, i top player Calbucci e Cappelletti delusi dall’ITF: “Non si possono ignorare i giocatori”

Nessun aiuto o sostegno da parte della Federazione Internazionale Tennis, a fronte di un circuito internazionale di tornei di beach tennis sospeso da oltre tre mesi e almeno sino al 31 luglio a causa dell’emergenza coronavirus, senza neppure la possibilità di insegnare (lezioni, corsi o stage) per via della chiusura delle spiagge praticamente in tutto il mondo. Una situazione pesante, che ha indotto molti atleti professionisti a puntare il dito contro l’ITF, che meno di due settimane fa ha annunciato un contributo di 300 mila dollari al tennis in carrozzina per aiutare i primi 20 nella classifica mondiale e i primi 15 in quella categoria Quad, facendo seguito al ‘Recovery Fund’ (fondo di solidarietà) da circa 6,5 milioni di dollari (inclusa la quota stanziata da ATP, WTA e tornei del Grand Slam) che ha interessato 800 tennisti fra singolaristi e doppisti, mentre l’ITF si è impegnata a sostenere i giocatori da posizione numero 501 alla 700 nel ranking. 

Del resto, due mesi fa la World Association of Beach Tennis Players, creata a febbraio con la presenza di alcuni dei migliori specialisti di questo sport, a cominciare dai romagnoli Alessandro Calbucci e Michele Cappelletti, campioni del mondo in carica e ai primi due posti della classifica mondiale, lo spagnolo Antomi Ramos e i brasiliani Ralff Abreu e Luiz Gimpel, solo per citare alcuni nomi, hanno inviato una lettera alla Federazione Internazionale  chiedendo come forma di sostegno in questo delicato periodo l’esenzione dalla tassa annuale di 30 dollari per l’IPIN oltre all’esenzione dalle commissioni degli organizzatori dei tornei sino a fine 2021, richieste rimaste però inascoltate. Un atteggiamento, quello dell’ITF, che ha fa fatto perdere la pazienza a molti beacher. E così qualche giorno fa proprio Calbucci, cesenate emigrato in Brasile, leader del movimento atleti con oltre 200 settimane in cima alla classifica e vincitore del maggior numero di tornei internazionali dal 2008, quando questa disciplina ha assunto una connotazione ben definita, ha pubblicato sui suoi social network una lettera aperta lamentando l’assenza di segnali concreti per un appoggio nei confronti degli atleti, del tutto ignorati.

Beach Games: Michele Cappelletti e Alessandro Calbucci
Michele Cappelletti e Alessandro Calbucci lo scorso anno ai World Games di Doha

LA LETTERA APERTA DI ALESSANDRO CALBUCCI – “Il beach tennis è un piccolo grande sport. Cresce spontaneamente grazie agli sforzi e agli investimenti di molti appassionati, tuttavia questo periodo complicato che stiamo vivendo rivela ancora di più quanto sia disfunzionale e non attento il nostro sistema. I tennisti professionisti oltre la 200esima posizione mondiale hanno evidenziato la propria difficoltà richiedendo un aiuto finanziario minimo e alla fine sembra che abbiano ricevuto una risposta positiva e un programma di aiuti concreti. Stessa cosa per i primi 20 classificati nel tennis in carrozzina. Al contrario, nessuno dei giocatori di Beach Tennis può vivere solo giocando. I giocatori sostengono tutti i costi per mantenere le loro attività professionali senza adeguate ricompense. Gli sponsor sono il nostro principale supporto finanziario. Sebbene la nostra vita possa sembrare lussuosa, la maggior parte degli atleti deve affrontare complicate situazioni finanziarie. In realtà, tutti noi dobbiamo gestire forme di insegnamento come tecnici per partecipare al circuito mondiale. Come conseguenza della pandemia, tutti noi giocatori che viviamo solo di Beach Tennis da tempo non siamo in grado di lavorare e senza previsioni esatte di quando poter tornare alla normalità. Il rischio che molti rinuncino alla propria carriera è molto alto. I migliori atleti hanno recentemente inviato una lettera all’ITF chiedendo assistenza minima per sopravvivere. Sfortunatamente, come sempre, non abbiamo ricevuto risposta in questi mesi. Questa situazione inaccettabile e ingiusta è durata troppo a lungo. Per esistere, il Beach Tennis ha bisogno di giocatori e organizzatori virtuosi. I giocatori sono stati i principali promotori di questo sport sia dentro che fuori dal campo: ogni fine settimana nei tornei, ogni giorno con lezioni di insegnamento e clinic. Il minimo che meritiamo è rispetto e attenzione.
Dato che ora facciamo parte del sistema ITF, abbiamo pensato di poter contare sull’influenza e sul potere di quell’organismo per proteggere l’economia del Beach Tennis e garantire un minimo di responsabilità sociale (riallocazione delle risorse proprie di IPIN, quote dei tornei, ecc.) per garantire un minimo di assistenza agli atleti e supporto agli organizzatori. È frustrante (ed emblematico) ricevere e-mail con proposte irrilevanti e argomenti devianti invece di ricevere attenzione a questa azione per questa drammatica situazione per gli atleti che si sono dedicati al Beach Tennis senza avere un’altra fonte di entrate. Niente tornei, niente lezioni, niente clinic, tutto ciò significa nessuna entrata per i professionisti di Beach Tennis.
Che tipo di interesse possono avere i nuovi giocatori se il movimento viene abbandonato dallo stesso organo che lo governa? Che tipo di attrazione possono avere le nuove generazioni per uno sport insostenibile, nemmeno per i migliori professionisti? Il beach tennis non è mai stato e non sarà mai uno sport d’élite. È nato come uno sport democratico e indipendente e vogliamo renderlo accessibile a tutti. Il tempo delle promesse e della retorica, delle distrazioni strategiche e delle parole vuote è finito. È tempo di iniziative concrete. È tempo di mostrare chi si preoccupa davvero del nostro amato sport. I giocatori di Beach Tennis non possono più essere ignorati. Non è giusto. I giocatori che dedicano tempo allo sport meritano di più“.

LA MAIL DELLA FEDERAZIONE INTERNAZIONALE – Il riferimento di Calbucci, fra l’altro organizzatore del torneo ‘Follow The Beach – Copacabana Open’ che quest’anno avrebbe dovuto mandare in scena a maggio la terza edizione sulla spiaggia di Copacabana (è stato il più grande del mondo nel 2019 con 1.500 atleti e insieme all’evento tradizionale di Aruba, in calendario per novembre, ha dato vita al Beach Tennis Grand Slam), è alla mail con cui la Federazione Internazionale ha parlato di un possibile aiuto: “Siamo nel mezzo del processo per mettere a punto diverse misure aggiuntive, molte delle quali influenzate dalla pandemia di Covid-19. Il Board Itf si riunirà questa settimana per discutere delle proposte e fornirà presto notizie. Tutti i nostri sforzi sono focalizzati sul facilitare il ritorno del tennis e del Beach Tennis a beneficio di atleti e tornei il più presto possibile“.

Michele Cappelletti
Michele Cappelletti è nato il 29 marzo 1992 a Cesena

CAPPELLETTI: “ITF SOSTENGA CHI VIVE SOLO DI BEACH TENNIS” – D’accordo al cento per cento con Calbucci è anche Michele Cappelletti, recentemente tornato ad allenarsi dopo un lungo lockdown, ma assai deluso dopo aver constatato come nelle misure di sostegno annunciate dalla ITF il beach tennis sia liquidato in un paio di righe (con un fondo di supporto ai tornei) e la parola giocatori non figuri nemmeno. “Partendo dal presupposto che non voglio fare alcuna polemica, considerandola inutile e una perdita di tempo per tutti, desidero sottolineare che, secondo me, “l’azione” deve essere adattata dall’ITF in base allo sport con cui hai a che fare – il giudizio del cesenate, numero 2 del mondo, che nel 2020 aveva scelto di fare coppia con il lughese Tommaso Giovannini, un altro dei top player azzurri -. Non è certamente una “colpa” dei giocatori di Beach Tennis se non abbiamo determinate opportunità e dobbiamo anche essere insegnanti per poter giocare a Beach Tennis ma, invece, abbiamo avuto molte più difficoltà, motivo in più per essere supportati da federazioni nazionali e internazionali. Oltre ad essere protagonisti in campo, i giocatori supportano e danno vita al movimento, spesso pagando di tasca propria per viaggiare ed essere in grado di disputare tornei, anche se spesso vanno in rimessa dal punto di vista economico. Pertanto, trovo estremamente logico e appropriato che ITF ci supporti, almeno gli atleti che vivono di Beach Tennis 365 giorni all’anno come atleti e come insegnanti. Per quanto riguarda chi dovrebbe beneficiare di questo sostegno, penso che un’attenta valutazione della classifica sia l’unico modo per uscirne“.

BENUSSI PESSIMISTA: “IMPOSSIBILE ESSERE AIUTATI” – Non mostra però grande fiducia verso tale eventualità Davide Benussi.Nel tennis i migliori giocatori pagano per quelli fuori dai primi 100, nel wheelchair c’è Uniqlo come sponsor, che aiuta con denaro i giocatori. Nel Beach invece il giocatore top non è in grado di donare, non c’è sponsor per il circuito mondiale – rimarca il numero 14 del ranking -. In diretta due settimane fa l’ITF ha chiarito di non voler investire in questo sport, purtroppo è impossibile avere aiuto per noi. Visto che quest’anno numerosi tornei non sono stati giocati, l’ITF dovrebbe spiegare cosa verrà fatto con i soldi dell’IPIN. La Federazione dovrebbe preoccuparsi per i giocatori e gli organizzatori, ma penso che non sia realistico adesso“.

LE PROPOSTE DI FLAMINIA DAINA – Toni più sfumati e diplomatici assume invece Flaminia Daina, una delle big del circuito, vincitrice nell’ottobre scorso a Doha dei World Games con la cervese Nicole Nobile. “Penso che l’idea che una Federazione debba avere sia la protezione dello sport e degli atleti che lo praticano, altrimenti non ha significato esistere. Ma viviamo in un momento molto particolare della nostra storia, la prima volta che succede tutto questo – fa notare la laziale, numero 3 del mondo -. Non è facile e la critica non è il modo di risolvere le cose. Il tennis è uno sport completamente diverso, ha numeri diversi, ha un passato più lungo e ricomincerà sicuramente da capo, in quanto è uno sport storico. Quindi per me non ha alcun significato il paragone col tennis. So per certo che l’ITF sta lavorando duramente per noi, ma al suo interno sono poche le persone che hanno una grande passione per il nostro sport. Sapete che il nostro sport all’interno dell’ITF probabilmente conta meno del 5%? Ci sono due o tre persone che lavorano ogni giorno nell’ITF per il nostro sport e anche che esiste un Consiglio dei giocatori che fa lo “sporco” lavoro senza ricevere nulla in cambio? Quindi penso che dobbiamo ringraziare coloro che lavorano senza essere visti, ma penso anche che si potrebbe fare molto di più. Il mio suggerimento è che in questo momento critico dovrebbero essere fatti molti investimenti per cercare di ottenere risultati domani. Aiutare i giocatori, ovviamente, ma anche gli organizzatori del torneo, le persone che lavorano per questo e che hanno bisogno di un incentivo affinché tutto ciò non finisca. Certamente migliore comunicazione. Ci stanno lavorando, incoraggiando le persone a giocare, con la pubblicità e la diffusione dello sport. Gli investimenti significano crescita“.
Daina ha altri suggerimenti simili a quelli richiesti dall’Associazione dei Giocatori, però fa notare la mancanza di donne nell’associazione stessa: “Le idee di Calbucci non sono male, ma le maniere non sono forse le migliori e il problema più grande è anche l’interesse personale. Ad esempio, non c’è alcuna donna in questa associazione“.

Beach Games: Tommaso Giovannini e Flaminia Daina
Flaminia Daina in campo a Doha nel doppio misto con Tommaso Giovannini

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