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Gianluca Strocchi

L’importante non è quello che trovi alla fine di una corsa. L’importante è quello che provi mentre corri

La mia storia

Laureato in scienze politiche, fin da ragazzo ha avuto una fortissima passione per lo sport, sia da praticare in prima persona che da raccontare (chiedere ai vicini di casa…). Nel primo caso a proseguire nel tempo è stato l’amore per il tennis, anche a livello agonistico (fino alla classifica di C1), con tante indimenticate emozioni, spesso legate a competizioni a squadre e persino a un incontro che gli ha cambiato la vita, traducendosi poi in una famiglia. In parallelo il filo conduttore è stato far diventare quella passione giovanile una vera e propria professione, iniziando sul campo (e non è solo una metafora) grazie alla possibilità di seguire le vicende di una squadra di calcio giorno dopo giorno e soprattutto ogni domenica, una “gavetta” preziosa in tempi in cui cellulari, notebook o tablet erano di là da venire.

Gianluca Strocchi

Passione

Dalle prime collaborazioni a testate locali a quelle nazionali (compreso “Il Messaggero”), alle esperienze a Roma e Torino nelle redazioni di “Corriere dello Sport-Stadio” e “Tuttosport”, fino a diventare giornalista professionista nel 1997, curando anche vari uffici stampa; dai sei anni trascorsi a curare le pagine sportive di un quotidiano di San Marino (con l’opportunità di seguire dal vivo eventi quali Giochi del Mediterraneo a Tunisi e Giochi dei Piccoli Stati a Malta, Andorra e Monaco, oltre agli Internazionali di tennis e a incontri della Nazionale di calcio) allo “sbarco” online, prima con Kataweb Sport – ora Sport Repubblica – e poi con le collaborazioni anche ad altre testate e siti specializzati.

Proprio nel web ha la sua ragion d’essere il progetto Net-Gen, ideato e sviluppato insieme ad amici mossi dallo stesso desiderio, che mira a condividere e far diventare rete la passione per la racchetta, partendo da un approccio di comunicazione ma che si espande anche al marketing territoriale e non solo, con qualche idea (o utopia?) dalle ricadute pure in ambito sociale.   

Già, perché lo sport è una scuola di vita e con i suoi valori forma le persone, ovvero gli uomini e le donne di domani, anche e soprattutto quelli che avranno ruoli di rilievo nel Paese. E dunque questa è la via maestra per garantire un futuro ai nostri giovani. La speranza, ma al tempo stesso l’ambizione di Gianluca (e di chi lo affianca in questa avventura), è che questa convinzione si diffonda sempre di più, a tutti i livelli e fra tutte le generazioni, e diventi piena consapevolezza, insieme allo spirito di cooperazione nel portare avanti idee e iniziative.

Sarebbe il regalo più bello da lasciare in eredità ai suoi figli – Federico e Raffaele – così come a tutti gli altri millennial che si trovano a fare i conti con cambiamenti epocali.

Net-Gen

“Le infinite radici della bellezza del tennis sono autocompetitive. Si compete con i propri limiti per trascendere l’io in immaginazione ed esecuzione.”

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