Siamo fatti di abitudini certo e sicuramente lo abbiamo capito ancora di più in questo periodo. Se poi l’abitudine è sana come l’attività sportiva, ben venga la ripetizione della stessa, ben venga il rientro sui campi da tennis.
Ora sì che anche chi non se n’era accorto, ha capito l’importanza di praticare sport e nello specifico il nostro tanto amato tennis. Ora sì che ci potremmo veramente godere tutte le volte che faremo la nostra partita, la nostra sfida, il nostro allenamento, la nostra sudata, anche se per qualcuno correre dietro ad una pallina può sembrare quasi sciocco.
Eppure questo periodo ci sta insegnando questo, perché anche sfidarci al di là della rete da tennis ci dà la possibilità di esprimerci, di sfogarci e perché no di stancarci e fare quella bella doccia liberatoria, per poi pensare alla prossima ora di gioco.
Che meraviglia il nostro sport, tornare sul campo dopo mesi di pausa e cercare quella confidenza con il rimbalzo della palla, con gli spostamenti.
Tutto questo ci fa anche capire quanto eravamo in forma prima di fermarci e che ci vorrà un po’ di tempo per poter finalmente picchiare la palla e allo stesso tempo controllare il colpo e tornare a divertirci come dei bambini: perché è questo che siamo tornati a cercare, il puro divertimento del gioco ed è anche il momento di dare significato a certi comportamenti.
Tutto questo ci fa anche capire quanto eravamo in forma prima di fermarci e che ci vorrà un po’ di tempo per poter finalmente picchiare la palla e allo stesso tempo controllare il colpo e tornare a divertirci come dei bambini: perché è questo che siamo tornati a cercare, il puro divertimento del gioco ed è anche il momento di dare significato a certi comportamenti.
Torna in mente quel meraviglioso momento del 2017 nella Laver Cup in cui Nadal salta in braccio a Federer (come da foto), dopo l’ultimo match decisivo vinto da quest’ultimo e che ha dato la prima edizione della Laver Cup al Team Europe.
Proprio a proposito di comportamento, l’umiltà di Nadal che abbraccia la classe di Federer è quando in agonismo nasce una grande amicizia, proprio così: amicizia.

Parola importante in questo momento, valore straordinario da riscoprire e non melenso o pateticamente retorico. Probabilmente non sarà un periodo in cui saremo tutti più buoni come qualcuno sostiene, anche se lo spero anch’io, ma in realtà ci saranno momenti in cui capiremo quanto abbiamo avuto in passato dando per scontato certi valori, in questo caso legati allo sport del tennis, metafora della vita; valori che ci sostengono sempre e comunque, soprattutto quando le cose non vanno come ci aspettiamo, proprio quando le nostre aspettative vengono tradite, le nostre sicurezze e le nostre certezze crollano.
Il valore dell’amicizia, il valore della famiglia, il valore delle persone a cui vogliamo bene, il valore dello sport e di tutte quelle cose che veramente contano, riaffiorano, ringraziando tutti i giorni, soprattutto per chi aveva fatto dell’effimero la propria quotidianità.
È bello tornare a giocare a tennis e adesso è davvero ancora più bello di prima, anche se i commenti dei giovani e dei meno giovani dopo aver giocato la prima ora sono dei più variegati : “non sento più le gambe“, “non trovo più il rimbalzo” ,”non colpisco una palla al centro del piatto corde” , “quanto mi sento scarso” , “mi sembra di camminare sulla luna“, “mi sento spaesato” ,”non ho più il fiato“.
Ma sappiamo che è solo l’inizio della nostra ripresa tennistica: torneremo in forma con il sorriso e il piacere di divulgare la nostra passione, qualunque sia il nostro livello di gioco, perché in realtà non esiste un livello migliore dell’altro, per farci sognare ancora una volta.
Fabrizio Serafini
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