Sta uscendo dal tunnel dopo un’annata di bocconi amari e dubbi, anche sul proprio futuro. E Federico Gaio lo sta facendo da protagonista in serie A1 con una striscia di vittorie che hanno spinto in semifinale per il secondo anno consecutivo il Tc Rungg Sudtirol, club di Appiano, in provincia di Bolzano. Il tennista di Faenza in singolare nella fase a gironi ha infatti piazzato una cinquina vincente nei cinque incontri disputati (ha dovuto saltare un turno essendo impegnato come sparring partner alle Nitto ATP Finals): due affermazioni su Francesco Passaro, numero 120 del ranking mondiale e fresco di partecipazione alle Next Gen ATP Finals di Milano, altrettante ai danni del ceco Vit Kopriva, n.153 Atp, per poi battere Stefano Travaglia nell’ultima giornata, nel testa a testa con il Tc Italia Forte dei Marmi, decisivo per il primato nel gruppo 4.
“Non posso proprio lamentarmi del livello che sto esprimendo in questo periodo e dei match che sto disputando nel massimo campionato. Dopo essere stati promossi, in queste due ultime edizioni siamo partiti con l’obiettivo salvezza e poi abbiamo finito per raggiungere i play-off, in questo caso in un girone in cui tutto è stato in gioco fino all’ultimo. Personalmente sono imbattuto in singolare e credo quindi che in Alto Adige siano soddisfatti del mio rendimento…”, afferma il romagnolo con un sorriso.
A questo punto l’asticella si alza, per provare a migliorare il piazzamento di dodici mesi fa quando il Rungg (in squadra anche il reggiano Marco Bortolotti, specialista del doppio) venne stoppato nel penultimo atto dal New Tennis Torre del Greco, poi capace di cucirsi sul petto lo scudetto al Carisport di Cesena. Gaio e compagni troveranno dall’altra parte della rete in semifinale – domenica 27 novembre e domenica 4 dicembre – il Ct Palermo, dominatore del girone 2, che ha nello spagnolo Albert Ramos Vinolas (impegnato questa settimana con la Spagna in Coppa Davis) e in Salvatore Caruso le punte di diamante, affiancati dal giovane Gabriele Piraino, l’altro spagnolo Carlos Gomez Herrera (da regolamento può giocare un solo straniero), Omar Giacalone, Pietro Marino e Francesco Mineo.
“Speravamo sinceramente di evitare nel sorteggio play-off il Park Genova, che come organico con Fognini, Mager, Giannessi e stranieri di buon valore è un gradino sopra le altre. Ci siamo riusciti e quindi, fermo restando che il Ct Palermo è un avversario temibile, penso che possiamo giocarcela con tutti, come abbiamo dimostrato nella prima fase. Sarebbe davvero qualcosa di bello qualificarci per la finale, anche perché si giocherà allo Stampa Sporting Torino, sui campi che calco praticamente ogni giorno. Per il sottoscritto possiamo dire che sarebbe come giocare in casa”.
Gaio ha ritrovato serenità dopo un 2022 che è stato una sorta di calvario, iniziato al 153° posto in classifica, dove ora è invece n.425, lui che nel febbraio di due anni fa, prima dello stop al circuito per la pandemia, si era spinto sino alla 124esima casella come best ranking.
“C’è poco da girarci intorno, la stagione non è andata come avrei voluto – ammette Federico, ripercorrendone le tappe -. E’ stato tutto un rincorrere le cose, con un continuo stop and go. A cominciare dalla positività al Covid rivelata dal tampone, senza che accusassi sintomi, poco prima di partire per l’Australia. Così ho passato dieci giorni di quarantena chiuso in casa, situazione che ha condizionato il primo mese di tornei. Un po’ meglio è andata nei challenger in Messico, ma poi si è manifestato un dolore all’anca, che con il tempo si è rivelato più serio di quel che si pensava. Tanto che a fine estate mi è stato detto che avrei dovuto operarmi, magari a fine anno se fossi riuscito a controllare il dolore. Il mese scorso ho sostenuto un altro esame e una visita e il medico, pur confermando l’esistenza del problema, mi ha suggerito di non effettuare l’intervento chirurgico se riesco a gestire la situazione con un’adeguata preparazione atletica, come in effetti sta avvenendo in questo periodo. E proprio questo lavoro sul piano fisico mi sta aiutando ad ottenere certi risultati ora, senza dimenticare l’aspetto mentale, cioè il poter scendere in campo libero da pensieri e preoccupazioni, come è in ogni caso la prospettiva di un’operazione per un atleta professionista”.
A rendere ancora più roseo questo periodo per il 30enne faentino anche la settimana vissuta come sparring dei protagonisti alle Nitto ATP Finals. “Un’esperienza speciale, con l’opportunità di condividere il campo con i campioni del nostro sport. In particolare mi sono allenato con Holger Rune, che ha un’intensità altissima sempre, Taylor Fritz, Felix Auger-Aliassime e l’ultimo giorno con Thanasi Kokkinakis. Cosa mi ha colpito di più? Sono top ten e quindi in grado di tenere un livello di gioco incredibile, però devo dire che mi ha impressionato il servizio di Fritz: ha un movimento che lo rende imprevedibile e riesce a giocare tutti gli angoli, anche ad alte velocità, cosa non frequente. Insomma, se è in giornata alla battuta, non consente di giocare a chi sta dall’altra parte della rete. Queste sessioni di allenamento mi hanno comunque fatto capire tanto anche sul mio tennis. Al termine, ad esempio, Toni Nadal e Auger-Aliassime mi hanno chiesto quale fosse il mio ranking e quando gli ho detto la posizione attuale sono rimasti increduli”.
Una spinta, dunque, per tentare il rilancio nell’anno che verrà. “Come sensazioni sono uscito con tanta fiducia dalle Finals, ora dovrò fare in modo di mantenere alti condizione atletica e livello di gioco per buona parte del 2023. Nei prossimi giorni studieremo a dovere il calendario e imposteremo la programmazione, puntando comunque a disputare il maggior numero di challenger possibile e a risalire la china in classifica”, spiega Gaio, che continuerà a far base a Torino, seguito principalmente in prima persona da Federico Maccari visti i tanti impegni che ha coach Fabio Colangelo come direttore tecnico dello Stampa Sporting. “E’ una città in cui si vive bene, un po’ come Bologna del resto, e che offre tante opportunità, pur non essendo delle dimensioni di Roma o Milano. E il circolo stesso come strutture è di prim’ordine, con campi di varie superfici e spazi adatti ad altri sport e alla parte atletica, paragonabile ad esempio ai club più accoglienti della nostra regione, come ad esempio Sporting Club Sassuolo, Castellazzo Parma o La Meridiana Modena. Nostalgia della Romagna? Certo un po’ mi manca, visto che a Faenza ci sto benissimo, però sarebbe più difficile portare avanti la mia attività di giocatore professionista. Dunque – conclude Federico – la situazione attuale a Torino è un ottimo compromesso”.