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Massimo Bonini promessa del tennis sammarinese prima di diventare un campione alla Juve

Sono tanti i calciatori saliti fino ai massimi livelli che potevano diventare anche ottimi tennisti. Poi magari si sono tolti lo sfizio dopo aver giocato in serie A o in Nazionale, come nel caso di Stefano Torrisi, promessa del tennis originaria di Villanova di Bagnacavallo poi diventato un grande nel calcio (il Modena lo acquistò dal Russi, poi Atletico Madrid, Torino, Bologna, la maglia azzurra solo per citare le tappe più significative della carriera). Oppure come Gianluca Pagliuca, portiere di Inter, Bologna, Sampdoria e della nazionale ed ora ottimo terza categoria con la racchetta in mano, o ancora Stefano Bettarini, difensore toscano che iniziò la sua carriera professionistica nel Baracca Lugo, prima di approdare a Cagliari, Fiorentina, Bologna, Sampdoria ed una presenza in nazionale, anche lui oggi terza categoria nel tennis.

Stefano Bettarini e Stefano Torrisi a Cervia
Stefano Bettarini e Stefano Torrisi a Cervia

Forse non tutti sanno però che il sammarinese Massimo Bonini, prima di diventare un grande campione nella Juventus di Platini e Boniek (con Giovanni Trapattoni in panchina), è stato un brillante giocatore di tennis. Ha scovato la sua storia con la racchetta, breve, ma ricca di soddisfazioni, Paolo Forcellini, per anni l’anima del tennis del Titano, ora principale narratore storico. Da buon romanista Forcellini ricorda con un po’ di dispiacere che il connazionale è diventato una leggenda con la maglia della Juventus, ma intanto propone in un post su Facebook una premiazione di Massimo Bonini nell’antica terra della Libertà da parte del presidente federale di allora, Alberto Belluzzi.

In aggiunta a ciò va ricordato che lo zio di Massimo, Marino Bonini, è stato per tantissimi anni il custode del Circolo Tennis Russi, la cittadina ravennate in cui viveva, figura amatissima dai tanti ragazzi che in quegli anni praticavano questo sport. Quindi la presenza dei Bonini nel tennis aveva una certa tradizione familiare. Ma alla serie A non si può rinunciare.

 

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