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Mario Borghetti e Fabrizio Stacchini, cari amici vi scrivo

L’occasione me l’ha fornita quel cantastorie sportivo che è Paolo Forcellini, con la complicità di Eraldo Maccapani e dei Veterani Sportivi Sammarinesi. Tutti amici.

Ho visto due foto che mi hanno offerto il destro, come si dice, per ricordare due amici del tennis che non ci sono più e che a me personalmente hanno dato tanto. Si tratta del maestro di tennis Mario Borghetti e del maestro di relazioni internazionali (ma anche di tennis) Fabrizio Stacchini. Li ricordo con grande affetto perché mi hanno fatto crescere come persona e come professionista. Sapete, quelle persone che vorresti sempre incontrare quando sei giovane, quelle persone che semplicemente ti danno un’opportunità per crescere, di quelle che ti dicono: “Per me sei bravo, ora fammi vedere quello che sai fare”. E tu cerchi di ripagare la fiducia.

Mario Borghetti
Mario Borghetti, scomparso nel giugno 2011

Due persone diverse, Mario Borghetti piuttosto riservato e rigoroso, Fabrizio Stacchini, sammarinese cresciuto a Roma che cercava sempre la bellezza. Mario mi ingaggiò nel suo team privato a Cesenatico nientemeno che come professore di diritto ed economia. Ho preparato per la maturità alcune generazioni di giocatori, ma in aula si parlava più di rovescio che di diritto, anzi mi sono sempre chiesto che cosa mai abbiano imparato i miei allievi, da Gianluca Luddi a Mattia Amadori, passando per Nancy Rustignoli, delle mie improponibili lezioni di economia politica. Ho ancora davanti i loro sguardi attoniti per la materia e distrutti dopo ore di allenamento. Li ricordo tutti e li seguo sempre. Una grande esperienza umana.

Poi Fabrizio Stacchini, il mitico Segretario Generale del Comitato Olimpico Sammarinese, con il quale c’era un feeling particolare: a lui piaceva come scrivevo di tennis e mi chiese di fare l’addetto stampa per il Cons alle Olimpiadi di Sydney 2000, poi sull’onda feci anche Atene 2004 ed i Giochi del Mediterraneo del 2001 a Tunisi. Che ricordi. Amava il tennis ancora più di me, il che non era facile, e voleva che gli raccontassi i match più importanti. Era uno che si divertiva a parlare con i giornalisti, non solo con me, ricordo a Tunisi una cena fantastica in un posto fantastico. Era un po’ un signore rinascimentale che amava circondarsi di pittori, scultori, scrittori e cantastorie vari.

Due episodi su tutti: 11 settembre 2001, attacco alle Torri Gemelle, siamo a Bizerte (Tunisia) a vedere un match di calcio nell’ambito dei Giochi del Mediterraneo, tutti ti chiamano dall’Europa e ti dicono: scappa. Gli chiedo, Fabrizio qual è il piano? Ci vediamo a cena e parliamo di tennis, al massimo domani, se butta male, prendiamo una nave (non meglio definita).

Gli ultimi due a destra Fabrizio Stacchini e Vittorio Pellandra con gli amici del tennis sammarinese

 

Poi un giorno a San Marino costruiscono il nuovo, avveniristico, Centro Sportivo di Serravalle, Fabrizio mi chiama e mi dice: aiutami a trovare un nome. Gli dico che da Multieventi Domus, viste le caratteristiche dell’impianto, non si scappa, e lui: “Va bè, gli aggiungo Sport e siamo a posto”. Le cose belle sono sempre le più semplici.

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