E’ l’unico appuntamento del circuito professionistico internazionale in Romagna ad aver conservato il suo posto nel calendario – e di questi tempi non è poco – però puntano a crescere ulteriormente gli “Internazionali di Imola”. Lo ha rivelato Massimiliano Narducci, presidente del Tozzona Tennis Park e direttore del torneo ITF femminile dotato di un montepremi di 25mila dollari, nel corso di una serata di ringraziamento verso sponsor e istituzioni, andata in scena nell’elegante cornice dell’Hotel Donatello di Imola.
NARDUCCI: “VOGLIAMO CRESCERE ANCORA” – “E’ la prima volta in quindici anni che organizzo un evento di questo genere e devo confessare che mi sento teso come in occasione dell’ultima finale del torneo, durata appena due game, per l’infortunio di una delle due protagoniste – ha confessato l’ex Davisman azzurro – E’ per me davvero una grande emozione ma dopo l’ultima straordinaria edizione ci tenevo davvero a farlo per ringraziare tutti i partner che con il loro sostegno fondamentale rendono possibile il torneo, così come l’intero staff. Non a caso, in sede di valutazione, dal supervisor ITF ogni anno otteniamo il massimo dei voti, segno che pur non essendo degli organizzatori di eventi di professione questa cosa ciè riuscita bene. Stiamo lavorando già da tempo per il 2019: abbiamo il desiderio di crescere ancora dal punto di vista organizzativo”.
ASSESSORE LELLI: “UNO DEGLI APPUNTAMENTI CLOU PER IMOLA” – Parole che hanno trovato apprezzamento da parte di Pier Paolo Ragazzini, presidente del Centro Sociale La Tozzona, come pure dall’assessore comunale allo Sport, Maurizio Lelli. “Gli Internazionali di tennis sono uno degli appuntamenti sportivi di maggior prestigio nel corso dell’anno nella nostra città che ha la fortuna di avere l’autodromo – ha sottolineato Lelli nel suo intervento – Un torneo cresciuto anno dopo anno e soprattutto organizzato bene. Sono stato l’estate scorsa alla finale e ho visto le tribune piene di pubblico, così come lo erano nel corso dell’intera settimana, nonostante si svolga in un periodo estivo in cui tante persone sono in ferie. Insomma, un momento di festa attorno al quale si stringe un po’ tutta Imola e il comprensorio. So che gli organizzatori hanno in animo di crescere ancora e da parte nostra saremo al loro fianco per quanto ci è possibile”.
CASTELLARI: “IO SPONSOR FRA PASSIONE E ASPETTO COMMERCIALE” – Impegno che si è pubblicamente preso anche Nevio Castellari, titolare di Auto Santerno, main sponsor del torneo: “Ho conosciuto Massimiliano quando è arrivato a Imola, al Cacciari, essendo io un appassionato di tennis e un giocatore a livello amatoriale. Poi la nostra conoscenza si è via via approfondita sino a legarci anche in questa avventura, nella quale vanno grazie all’amore per il tennis posso anche pubblicizzare e promuovere i miei prodotti. E’ uno degli eventi di maggior prestigio in città e quindi garantisce anche un ritorno commerciale”.
Ulteriore dimostrazione che un lavoro di qualità, svolto con passione e competenza, alla lunga paga. A far rivivere emozioni e momenti dietro le quinte del torneo è stato poi un video proiettato sullo schermo, una sorta di trait d’union fra l’edizione 2018 vinta da Stefania Rubini sui campi in sintetico in riva al Santerno e quella in cantiere per la prossima estate.
“NEL 2019 ANCHE TORNEO MASCHILE: IN PALIO WILD CARD PER CHALLENGER” – “Confermiamo il 25.000 dollari femminile – ha affermato Narducci – se come sembra questi tornei continueranno ad attribuire punti per il ranking Wta e solo dal 2020 ci saranno modifiche del circuito ITF, a differenza di quel che accade in ambito maschile con l’introduzione del World Tennis Tour, che punta a ridurre il numero di giocatori in attività lasciando solo quelli che possono vivere davvero di tennis. Personalmente vorrei aggiungere anche un torneo maschile, anche perché nello staff abbiamo tante donne e me lo chiedono con una certa insistenza… A parte le battute, nel percorso di consolidamento puntiamo ad allestire la settimana dopo il femminile un torneo Open maschile con partecipazione straniera, con in palio una wild card per il tabellone principale di un challenger Atp in Italia. In sostanza, una sorta di pre-qualificazioni. Se riusciamo a mettere in piedi anche il torneo maschile, con un impegno di oltre due settimane consecutive, si possono aprire anche scenari importanti. Personalmente non mi pongo limiti, ma preferisco tenere i piedi per terra. Sono comunque convinto che Imola sia una città in grado di poter ospitare anche la Coppa Davis”.
“GIOCANDO IN DAVIS HO REALIZZATO IL MIO SOGNO DI BAMBINO” – Proprio all’Insalatiera d’Argento sono legati alcuni dei più bei ricordi della carriera di giocatore del 54enne ex tennista (nato ad Ascoli Piceno il 24 febbraio 1964), arrivato sino al 77° posto della classifica mondiale dopo il titolo Atp conquistato a Firenze nel maggio 1988. Nel 1989, infatti, venne convocato da Adriano Panatta per le sfide contro Svezia – cedette in cinque set a Jonas Svensson, numero 10 del mondo, e Mikael Pernfors – e Danimarca. “Giocare in Coppa Davis per me è stata veramente il coronamento di un sogno, che cullavo sin da bambino. Mio padre andava la domenica mattina a giocare il doppio ad Ascoli Piceno e mi portava con sé a raccogliere le palline, così mi sono avvicinato a questo sport. Era un grande appassionato di pugilato e tennis, e seguiva in tv i match dei grandi campioni del mondo o la Davis anche la notte o il mattino presto. Così mi svegliò per vedere con lui la sfida in Australia e per me bambino fu un’emozione unica sentire le note dell’inno di Mameli: dentro di me dissi che un giorno pure io l’avrei ascoltato in campo in magli azzurra e mi sono dedicato al tennis mosso proprio dal desiderio di rappresentare l’Italia. Dopo essere stato convocato per il match di Malmoe, battendo in allenamento i miei compagni di nazionale misi in crisi il capitano Panatta, che decise di schierarmi: persi due incontri al quinto set ma avevo realizzato il mio sogno e mi sembrava di toccare il cielo con un dito. L’erede del mio rovescio a una mano? Beh, nel circuito se ne vedono diversi, però forse quello del greco Tsitsipas, che ho recentemente ammirato a Milano alle Next Gen Atp Finals – conclude il deus ex machina del Tozzona Tennis Park – può ricordare un po’ quello che era il mio colpo migliore”.