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Manerbio Challenger: un diritto di Federico Gaio

Challenger Manerbio: Federico Gaio sfida Paolo Lorenzi per il titolo

Federico Gaio si è qualificato per la finale del Challenger ATP di Manerbio – “Trofeo Dimmidisì” (montepremi 46.600 euro) che si conclude domenica sui campi in terra rossa della città bresciana. Il 27enne faentino (numero 177 del ranking Atp), quinta testa di serie, nella prima semifinale si è imposto in rimonta, con il punteggio di 16 64 62, dopo un’ora e 52 minuti di gioco, sull’argentino Federico Coria, numero 163 Atp e quarto favorito del seeding.

Il faentino, partito contratto, sembrava spacciato al termine di un primo set giocato male e volato via in 26 minuti contro il fratello minore dell’ex n.3 Guillermo. “Ho iniziato male, sbagliando molto, mentre lui era solido e preciso. Avevo fretta, nel primo game mi sono autobrekkato e ho continuato così per un bel po’. Le cose sono cambiate a inizio secondo, quando ho annullato diverse palle break e mi sono aggrappato al servizio, poi lui è sceso molto sul piano fisico”, il commento di Federico. Il momento chiave è stato il secondo game del secondo set, quando ha dovuto fronteggiare sei palle break, annullandole almeno tre con giocate piuttosto rischiose. C’è da chiedersi se, nei momenti peggiori, abbia mai pensato di non farcela. “A quello non pensi, ma se le cose avessero continuato ad andare così sarebbe finita in fretta. Non ero soddisfatto del mio gioco, però sono rimasto abbastanza tranquillo per i miei standard, continuando a cercare soluzioni”.

Il match è radicalmente girato sul 3-2 Coria nel secondo set, servizio Gaio, 15-30. A quel punto, il faentino ha raccolto 11 punti consecutivi che gli hanno consegnato il set. In avvio di terzo, Coria è crollato fisicamente. Ha chiesto il fisioterapista sul 2-1, ma le gambe non rispondevano più. “Chiaramente non pensi che sia già finita, anche perché ogni tanto lasciava andare il dritto e tirava qualche vincente – sostiene Gaio – però in effetti non faceva finta, soprattutto quando servivo bene faceva fatica a muoversi. In queste situazioni continui a fare le tue cose, magari prendi qualche rischio in meno ma senza esagerare, perché se giochi troppo piano gli consenti di tornare in partita. Non è facile giocare contro un avversario in difficoltà, anche se chiaramente è meglio che trovarsi di fronte uno in piena forma”

Per il tennista romagnolo si tratta della sesta finale challenger in carriera, la seconda stagionale dopo quella persa di misura a fine giugno a Parma contro lo spagnolo Tommy Robredo: due i titoli messi in bacheca da Federico, a San Benedetto e Biella nel luglio 2016, mentre si è fermato all’ultimo ostacolo a Cortina nell’estate 2014 e a Padova nel settembre scorso. Con i 48 punti della finale è già certo di salire al numero 161 ATP. In caso di vittoria, sarà best ranking (144 o 145, dipende dal risultato di Yuichi Sugita al Challenger di Yokkaichi). 

Paolo Lorenzi a Manerbio
Il diritto di Paolo Lorenzi (foto Carlo Monterenzi)

L’ultimo atto del torneo sarà un derby tricolore, visto che a contendere al faentino il successo sarà Paolo Lorenzi, numero 126 Atp e prima testa di serie – venerdì il 37enne senese è stato festeggiato dallo staff manerbiese per il 400esimo successo in carriera nel circuito Challenger -, che ha superato con un periodico 64 un altro giocatore esperto come il 34enne russo Teymuraz Gabashvili, attualmente numero 425 Atp ma arrivato tre stagioni fa al 43esimo posto della classifica mondiale. Per il veterano azzurro si tratta della 39esima finale a livello challenger, la seconda quest’anno dopo quella persa in maggio a Savannah con Coria: 21 sono i titoli già vinti da Lorenzi, l’ultimo a Cordenons ad agosto del 2018.

 

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