
Camila Giorgi ha raggiunto gli ottavi di finale del torneo di Wimbledon, terzo Slam della stagione in corso sull’erba dell’All England Lawn Tennis. La 26enne di Macerata, numero 52 del ranking mondiale, dopo aver eliminato all’esordio la lettone Anastasija Sevastova, numero 21 Wta e 21esima testa di serie, ed essersi ripetuta contro la statunitense Madison Brengle, numero 108 Wta, ha battuto in rimonta per 36 76(8) 62, dopo due ore e 38 minuti di battaglia ed un match-point annullato con uno splendido rovescio vincente, anche la ceca Katerina Siniakova, numero 42 del ranking mondiale, per la seconda volta in carriera stoppata al terzo turno dello Slam British.
Per la marchigiana (45 vincenti e 44 errori gratuiti) si tratta della seconda qualificazione agli ottavi dei Championships in carriera, a sei anni di distanza dalla prima (nel 2012, quando fu poi fermata da Aga Radwanska). Lunedì la Giorgi proverà a fare ancora meglio: dall’altra parte della rete troverà un’avversaria “tosta” come la mancina russa Ekaterina Makarova, numero 35 del ranking mondiale, che a Wimbledon vanta i quarti nel 2014 e in questa edizione ha già sgambettato al secondo turno la danese Caroline Wozniacki, numero 2 del mondo, e poi al terzo la ceca Lucie Safarova. Tra le due non ci sono precedenti. Camila proprio sui prati, quelli olandese di ‘s-Hertogenbosch, nel 2015 ha conquistato il suo unico titolo Wta.
CAMILA: “NON HO MAI PENSATO DI PERDERE CON SINIAKOVA” – L’incontro con la Siniakova è girato sul finire di secondo set. Camila è andata a servire sul 6-5, ma ha commesso due doppi falli oltre ad una smanacciata di rovescio largamente out: un pasticcio che poteva costarle caro. E’ andata sotto 3-0 e 4-1 nel tie break, poi ha avuto un primo set point sul 6-5. Ha affossato in rete un diritto, reagendo con un urlaccio e una racchetta scaraventata a terra, reazione non da lei. “Ero arrabbiata per aver perso uno scambio che dovevo vincere, ma non ho mai pensato di poter perdere il set“, spiega. E lo ha portato a casa due punti dopo: una smorzata senza senso della Siniakova le ha praticamente regalato il punto del 7-6, quindi prima di servizio e diritto vincente hanno consegnato il set all’azzurra tra le lacrime di rabbia della rivale. “Ho giocato ogni punto senza pensare al risultato – aggiunge Camila – non mi interessava se ero sotto nel punteggio. Io gioco il match point o il primo scambio della partita allo stesso modo. L’importante era restare nel match e farlo girare a mio favore portando a casa quel secondo set. Nel primo avevo sbagliato tatticamente, restavo dietro anche se la palla era a metà campo e non andavo a rete. E commettevo troppi errori“.
“SEI ANNI FA ERO UNA RAGAZZINA, ORA SONO PIU’ FORTE” – Dalla miglior stagione sulla terra rossa in carriera con dieci match vinti alla peggiore sull’erba? Era la domanda che un po’ tutti si ponevano alla vigilia dello Slam londinese. Sin qui la campagna sull’erba della 26enne marchigiana, il cui tennis esplosivo ben si adatta a questa superficie rapida, era stata molto al di sotto delle aspettative. Dopo il buon terzo turno al Roland Garros, in cui aveva lottato alla pari con la statunitense Sloane Stephens, poi finalista, Camila aveva collezionato una serie di brutte prestazioni: fuori al primo turno a Nottingham, eliminata nelle qualificazioni a Birmingham, stop al secondo turno a Eastbourne. E invece il peggior avvicinamento a Wimbledon degli ultimi anni si è trasformato nel miglior risultato ai Championships. Come nel 2012, quando però aveva appena 20 anni e vinse sei partite, comprese qualificazioni, facendosi per la prima volta conoscere dal grande pubblico. Sembrava l’inizio di una grande storia: tante aspettative poi deluse nonostante gli ottavi raggiunti anche agli US Open l’anno dopo. Per la serie vorrei, ma non posso. Al di là del titolo conquistato nel 2015 sull’erba del torneo olandese di Hertogenbosch e di qualche colpo di mano contro le top ten (vedi Sharapova), quello nella Grande Mela era stato l’ultimo squillo serio dell’azzurra. Di quelli che ti spediscono diritta sui giornali. “Sei anni sono tanti, sono cambiata ovviamente – sottolinea – all’epoca ero una ragazzina, ora sono più grande, più matura e ho alle spalle tanti match in più. E gioco meglio di allora. Sono più forte“.
Ora eccola fra le ultime sedici di un tabellone che ha perso già sette delle prime dieci del mondo. Segno che si può sognare, anche se è doveroso andarci coi piedi di piombo (il passato insegna) e pensare un match alla volta. Come conferma lei stessa: “Guardo solo alla prossima partita“. Ora ha due giorni di riposo. “Sabato vado dal parrucchiere – racconta – e mi alleno. Così come farò domenica“</i>. Lunedì sfiderà la mancina russa Ekaterina Makarova, che a Wimbledon i quarti li ha già raggiunti nel 2014. Forte sì, imbattibile no di certo. “Se cambia qualcosa il fatto che è mancina? No, assolutamente nulla…“.
TABELLONE SINGOLARE FEMMINILE http://www.wimbledon.com/en_GB/scores/draws/2018_LS_draw.pdf
TABELLONE DOPPIO FEMMINILE http://www.wimbledon.com/en_GB/scores/draws/2018_LD_draw.pdf