Cerca
Close this search box.

L’appello del beach volley: “Non siamo sport di contatto, fateci ripartire”

Il beach volley è ancora fermo. La scorsa settimana un’altra doccia fredda: il nuovo Decreto del Presidente del Consiglio ha infatti posticipato al 25 giugno la ripresa degli sport da contatto dopo lo stop per l’emergenza sanitaria da coronavirus, inserendo tra queste discipline anche il beach volley. Solo poche settimane fa, a fine maggio, otto società, tra le più importanti d’Italia (compresi anche alcuni grandi interpreti della specialità romagnoli), avevano inviato una lettera aperta alla Federazione Italiana Pallavolo affinché venissero rivisti i protocolli per la ripresa degli allenamenti sulla sabbia, documento sottoscritto immediatamente da gran parte dei sodalizi che operano sul territorio nazionale organizzando corsi o tornei, così da unirsi da nord a sud e protestare a gran voce con l’obiettivo di far ripartire l’attività in sicurezza. L’appello era stato accolto e i protocolli federali rivisti. Sembrava dunque finalmente che l’estate del beach volley potesse avere inizio, invece venerdì 12 giugno il Ministero ha reso noto l’elenco degli sport da contatto che potranno, forse, ripartire solo il 25 giugno.

APPELLO DI 50 SOCIETA’: “BEACH VOLLEY NON E’ SPORT DI CONTATTO” – Dopo questo ennesimo stop, 50 società di beach volley di tutta Italia si sono unite in un appello alle istituzioni. Il beach volley è ormai allo stremo. L’estate è alle porte ma in condizioni normali l’attività all’aperto sarebbe già iniziata da due mesi e l’ulteriore rinvio al 25 giugno del via libera per partite, tornei, allenamenti in spiaggia, data addirittura messa in dubbio dallo stesso Ministro in una dichiarazione rilasciata pochi giorni fa, ha gettato nello sconforto un po’ tutto il mondo del beach. La reazione però non ha tardato ad arrivare. Ed ecco che sui profili social di beacher, di tutte le regioni e di tutte le età, sono comparsi post che recitavano ”Il beach volley non è uno sport di contatto assolutamente”.

Il beach volley è la disciplina olimpica che si pratica solo 2 contro 2 ed è classificato come sport di coppia alla stregua del doppio di tennis, del badminton, del padel, del beach tennis. Diversamente tutte le altre forme di gioco 3 contro 3, 4 contro 4 e 6 contro 6 vengono classificate come sport di squadra e con il nome di sand volley ovvero pallavolo da spiaggia. Nel beach volley l’unica interazione con il compagno avviene attraverso il passaggio della palla e la comunicazione gestuale e/o verbale per le tattiche di gioco. Tutto ciò avviene in una porzione di campo di 64 mq in cui, tra i due atleti, non avviene alcun contatto fisico e le regole attuali di distanziamento sociale sono garantite. Nessun contatto inoltre con la coppia avversaria negli altri 64 mq separati dalla rete”, spiegano le società, evidenziando le differenze tra il beach volley, definito erroneamente sport di contatto, rispetto alle discipline correttamente classificate come tali. La richiesta è quindi quella di rivedere quanto previsto del Decreto considerando il beach volley 2 contro 2 alla stregua degli altri sport di coppia, che dal 25 maggio sono consentiti con alcune giuste limitazioni. 

Insomma, in questo ‘annus horribilis’ la paura per la diffusione del Covid-19 rischia di portarsi via definitivamente anche i divertimenti più semplici che hanno da sempre allietato l’estate degli italiani, anche e soprattutto in spiaggia.

Beach Volley: la coppia Spadoni-Frascio in azione a Caorle

Tricolori Beach Volley 2019: la coppia Spadoni-Frascio in azione a Caorle

 

Immagini collegate:

5/5

More to explorer

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Net-Gen

“Le infinite radici della bellezza del tennis sono autocompetitive. Si compete con i propri limiti per trascendere l’io in immaginazione ed esecuzione.”

Contatti