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Allenamento alternativo in quarantena? A tennistavolo con il robot!

Fabio Fognini e Flavia Pennetta, la premiata coppia del tennis italiano, per l’allenamento fai da te hanno trasformato in rete il passeggino del più piccolo di casa o prima pure lo stendino. Ma il gioco senza gioco in tempi di pandemia ha scatenato la corsa a soluzioni ben più high tech ed ecco che a fare da sparring partner per mantenersi in attività arriva il robot. Anche quello pongista, mancino e che spara palline a velocità controllata.

Ha scoperto che era l’unica soluzione Alvaro Robles, un atleta andaluso che ha conquistato un argento mondiale nel doppio, la prima medaglia del tennistavolo per la Spagna. Rientrato da due tornei in Qatar e Oman, si stava preparando per le qualificazioni ai Giochi di Tokyo: ma bloccato a casa la federazione iberica gli ha proposto di allenarsi indoor con un piccolo robot. “Invia la palla nel punto desiderato e consente almeno di conservare l’intensità e i riflessi“, ha raccontato il giocatore ai media spagnoli. Non è il top di gamma della robotica in materia stando ai giudizi di Robles: è mancino e si stanca dopo 200 lanci.

Alvaro Robles, nazionale spagnolo di tennistavolo, con il robot sparring-partner

Ha badato meno a spese l’indiano Sathiyan Gnanasekaran, numero 30 al mondo: si allena con un robot tedesco, che riesce a tirare 120 palline al minuto.In questa fase di isolamento il robot è utilissimo” ha ammesso Sathiyan.
Macchine con intelligenza artificiale erano già apparse in queste settimane travolte dal coronavirus: robot che portano cibo in strutture isolate, ma anche in corsia. Non sono passati inosservati anche quelli nelle strade di Pechino ancora vuota per il lockdown. Ma anche prima della crisi sanitaria mondiale un robot aveva esordito a Wimbledon: chiamato Watson, riesce ad analizzare gli atteggiamenti dei tennisti e selezionare poi le immagini migliori del match.

Hanno provato a impensierire mr Klopp quando il Liverpool ha firmato un accordo commerciale con Acronis, il cui amministratore delegato, Serguei Beloussov, ipotizzava una svolta in panchina: “Si possono creare manager-robot e migliorare l’allenamento, per il recupero dei giocatori si può analizzare tutto attraverso un apprendimento automatico e i dati raccolti. In futuro le macchine saranno le prime grandi responsabili delle sconfitte e i manager si toglieranno un peso“. Ma i punti in classifica, nonostante il campionato sospeso, fanno dormire sonni tranquilli all’allenatore dei Reds.

Al grido di ‘iostoacasa’ anche nei paesi che il diktat non lo seguono (vedi Bielorussia) a Taoyuan City per una partita di baseball (non giocata poi ma solo a causa della forte pioggia) insieme alle sagome cartonate sugli spalti, a bordo campo però non mancavano le cheerleaders, ma in formato robot. Ci sono robot a infrarossi che aiutano anche per correre: in pista, quando i campioni potranno tornarci. Intanto i meno esigenti si aiutano con la consolle. O cercando coach dedicati. E’ infatti boom di richieste per avere allenatori privati. Umani, è bene precisarlo… 

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