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Gerardo Lamattina alle finali TPRA a Roma

Cinema e tennis, per Gerardo Lamattina il set vale davvero… doppio

Per lavoro sta davanti o dietro alla telecamera, ma ama cimentarsi anche con la racchetta in mano. Il tennis, oltre all’amore per gli animali, è infatti una delle principali passioni di Gerardo Lamattina, di professione regista, sceneggiatore, attore e performer, new entry della squadra del Russi Sporting Club che si appresta a disputare il campionato di serie D4 dopo aver fatto parte della rosa del team del Trofeo Mingori Over 55 (è nato il 26 febbraio 1965).  

Originario di Salerno ma ormai ravennate d’adozione, laureato al DAMS di Bologna con una tesi in Storia del Cinema, Lamattina ha diretto e interpretato diversi cortometraggi in superotto partecipando a numerosi festival nazionali ed internazionali (tra i più importanti: Torino giovani, Kurtz film Festival di Amburgo, Munich International Short Film Festival, Arcipelago, Corto Imola festival, Sacher festival). Le sue opere sono state acquistate e trasmesse da Telepiù, Sky e La7. In particolare il cortometraggio Boccaperta ha vinto il premio per la migliore sceneggiatura (“Per lo spessore semantico e lo sviluppo estetico assolutamente non tradizionale”) al concorso video di Montecatini. Tra i suoi lavori la docufiction Alma story con protagonista Moni Ovadia e il documentario Falling sulla storia vera di Laura Rampini, la prima e unica paracadutista al mondo in carrozzina. Nel 2017 ha realizzato (scritto, prodotto e diretto) il suo primo lungometraggio Cimitero azzurro, a cui è seguito nel 2020 Il Drago di Romagna, docufilm  che si è rivelato un singolare esempio di ibridazione culturale tra Cina e Italia attraverso l’antico gioco del Mah Jong e, nonostante la pandemia, ha ottenuto un grande consenso di pubblico e critica, venendo inserito tra i candidati al David di Donatello 2021.
Ha anche scritto il libro TBC Fanculo la quiete, che ripercorre la storia della Teddy Bear Company, fondata dallo stesso Lamattina nel 1993 come compagnia di “teatro da discoteca”: raggiunto il successo con le stabili performance al Cocoricò, la compagnia ha poi sviluppato una personale e peculiare ricerca nell’ambito della performing art.

Sia nelle sue performance artistiche che come autore mostra una particolare attenzione al sociale, portando spesso il pubblico a riflettere su argomenti importanti come la guerra, la discriminazione, l’ingiustizia. Proprio a un tema di drammatica attualità è dedicato il progetto “Troppo Tardi Per Tornare Indietro?”, presentato in anteprima nazionale a Ravenna a inizio aprile. Finanziato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento Politiche Antidroga, è uno dei progetti selezionati a livello nazionale per il coordinamento e il monitoraggio a contrasto di incidentalità stradale alcool e droga correlata. Mutuando dai videogiochi il linguaggio dell’interattività, TTPTI? si rivolge ai giovani invitandoli ad essere parte attiva delle storie narrate. 

Il cuore del progetto, promosso dalla Polizia Locale di Ravenna e realizzato dalla casa di produzione Panebarco, è rappresentato da una piattaforma online (www.troppotardipertornareindietro.it) cui tutti possono accedere per seguire la storia di un gruppo di cinque ragazzi tra i 17 e i 22 anni durante una serata insieme in discoteca. Dopo una breve introduzione l’utente sceglie un personaggio e segue la storia dalla sua prospettiva. I 5 ragazzi/e si trovano davanti a delle scelte: consumare o rifiutare alcolici e/o sostanze stupefacenti, tornare a casa in sicurezza o affidarsi al fato… La stessa serata è narrata da punti di vista differenti e ha snodi narrativi, svolgimenti e finali diversi, per far comprendere allo spettatore che ognuno è padrone del proprio destino e che dobbiamo sempre usare la testa.

Gerardo Lamattina durante la presentazione del progetto "Troppo tardi per tornare indietro'"
Gerardo Lamattina durante la presentazione del progetto “Troppo tardi per tornare indietro'”

Le storie narrate sono state ideate appunto da Gerardo Lamattina, che ne ha firmato anche la regia e ha scritto la sceneggiatura avvalendosi della collaborazione di Monica Vodarich (vicepresidente di Linea Rosa) e dello scrittore algerino Tahar Lamri. Le riprese si sono svolte in varie location ravennati, tra il centro storico e il quartiere Darsena: in 10 giorni sono stati realizzati quasi 80 minuti di girato. Protagonisti 5 giovani ravennati, quasi tutti alla prima esperienza attoriale. Insieme a loro tante comparse, tra cui molti agenti della Polizia, e un nutrito team di giovani professionisti che hanno lavorato sul set con impegno e dedizione. “Il progetto è molto articolato e mi auguro che arrivi bene il messaggio – ha sottolineato il regista durante la presentazione -. Abbiamo iniziato le riprese convinti che non ci si possa limitare ad andare nelle scuole a dire “non drogatevi” perché si rischia solo di ottenere l’effetto contrario. Interagendo con la storia, in una modalità che riprende proprio il funzionamento di un videogame, invece l’utente è più coinvolto, non la subisce passivamente. Gli attori protagonisti, seppur giovanissimi, sono stati molto bravi così come il corpo di polizia che ha preso parte alle riprese. Il ruolo delle istituzioni è fondamentale: nel film gli adulti non vengono mai ripresi in volto, mentre gli agenti di polizia ci hanno messo la faccia”.

Nelle prossime settimane il progetto verrà presentato in cinque istituti superiori della provincia di Ravenna, in alcuni appuntamenti dedicati e alla presenza del Comando della Polizia Locale, del regista, della casa di produzione, degli interpreti e di alcuni consulenti esperti che potranno rispondere alle domande dei ragazzi e delle ragazze sul tema.
“Lavoro spesso con i giovani e sono molto interessato ad esplorare, attraverso il cinema, il disagio giovanile prestando molta attenzione a evitare moralismi di facciata o a puntare il dito contro alcune categorie. Con questo progetto vogliamo sottolineare che le persone possono scegliere di vivere la vita in modo consapevole, anche compiendo azioni che per alcuni possono essere moralmente riprovevoli, la cosa importante è che queste scelte non incidano sulla vita degli altri. La nostra idea non è stata quella di “criminalizzare” i giovani, ma di utilizzare il cinema come strumento pedagogico portatore di speranza – conclude Lamattina – in grado di mostrare diverse situazioni e offrire l’opportunità di rimediare agli errori”.

Chissà che in un prossimo futuro il nuovo agonista del Russi Sporting Club non possa dedicare uno dei suoi lavori proprio al tennis, sport che nel nostro Paese sta diventando sempre più popolare. Un “mondo” che Lamattina conosce bene, avendo disputato ad esempio nel maggio 2019 le finali del circuito TPRA a Roma, e che nelle sue varie sfaccettature offre sicuramente spunti per storie interessanti anche dal punto di vista umano.

Gerardo Lamattina sul set
Gerardo Lamattina sul set

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“Le infinite radici della bellezza del tennis sono autocompetitive. Si compete con i propri limiti per trascendere l’io in immaginazione ed esecuzione.”

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