Non l’hanno visto arrivare, da Nole Djokovic in giù fino al cinese Zhang Zhizheng, sua prima vittima nell’Atp 1000 di Indian Wells. Non l’ha visto arrivare tutta la stampa mondiale e la gran massa dei tifosi. Non era mai successo che un lucky-loser n.123 del ranking mondiale battesse il n.1 del mondo nel 3° turno di un Atp 1000. Gli unici che sapevano che sarebbe arrivato, ora o un po’ più avanti, sono i membri dello staff tecnico della Galimberti Tennis Academy che lo sta seguendo al Queen’s di Cattolica. Un team composto da coach Giorgio Galimberti, il suo vice, il sammarinese Marco De Rossi, ed il preparatore atletico Stefano Barsacchi. E’ fine giornata nel deserto della California, Giorgio Galimberti non ne ha più, è senza voce, ma racconta: “Il lavoro che si è fatto nel preparare questo match è stato svolto non certamente nel corso di un giorno, ma in tutta la trasferta. Luca ha lavorato bene sin dall’inizio, ha lavorato con il preparatore atletico che ci ha mandato la Federazione Italiana Tennis, Stefano Barsacchi, il direttore della preparazione fisica del Centro Federale di Tirrenia. Luca ha trovato subito un ottimo stato di forma e nonostante abbia perso all’ultimo turno di qualificazione, ha giocato già un grande match contro David Goffin. Ha poi giocato obiettivamente una gran partita contro Zhang”. Poi Nole: “Già in fase di preparazione è stato un confronto tosto, duro. Il giorno prima c’erano tante preoccupazioni da parte di Luca, anche lo spauracchio magari di alcune partite perse malamente con i top player, il lavoro è stato quello di convincerlo di potercela fare, oltretutto era abbastanza possibile che lui riuscisse a fare una buona patita, perché Nole è fortissimo ma ti permette di giocare. Luca essendo molto forte con i fondamentali, dritto e rovescio, ero certo che avrebbe fatto un buon match, l’ho convinto che sicuramente sarebbe stato un match di qualità, giocato e che si sarebbe divertito alla grande”. Dunque un match tutto sommato giocabile: “Al di là del primo set nel quale Nole ha commesso qualche errore di troppo, Luca ha giocato il suo miglior tennis, un incontro di altissima qualità. A fondo campo in tantissime occasioni è stato sopra il numero uno del mondo, ottenendo una vittoria che gli dà grande consapevolezza e convinzione. Con noi c’è Simone Bertino, è un elemento importantissimo nel team, ci permette di fare il match-analisys degli avversari, poi io e Marco De Rossi ci confrontiamo, diamo il piano tattico a Luca”. Poi il coach riccionese fa un breve bilancio del lavoro finora svolto con il pesarese: “Il percorso degli ultimi mesi è stato abbastanza chiaro, i suoi margini di miglioramento sono soprattutto fisici, per questo motivo c’è con noi Stefano Barsacchi, per cercare di mettere dentro del lavoro anche durante il torneo quando ne abbiamo la possibilità. Dal punto di vista tecnico abbiamo margini sul servizio e soprattutto trasformare Luca in un giocatore universale, capace di prendersi i punti a rete, rispondere bene, giocare offensivo, in difesa, un giocatore che sa fare tutto. Dal punto di vista tattico mi interessa che migliori la capacità entrare di nel campo ed andare a prendersi a punti a rete, con i suoi colpi da fondo riesce a conquistare palle comode per ottenere i punti se viene a rete, risparmiando così le energie fisiche. Stiamo lavorando su tutti gli aspetti, aumentare la sua capacità di attenzione, l’anno scorso ha perso dei match per i cali di attenzione, e qui siamo già abbastanza avanti perché sia con Djokovic che con Zhang nel terzo set è rimasto molto dentro il match”.
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