Passerà le Feste natalizie a casa, poi preparerà valigie e borsoni, ma non solo per partecipare a un semplice torneo. Beatrice Letizia volerà infatti da Rimini in Florida, per vivere un anno in un college statunitense, dove però poter continuare a praticare tennis a livello agonistico. Come annunciato dal maestro Marco Mazza durante la conferenza stampa a fine novembre di lancio del progetto “Sosteniamo i nostri ragazzi, per un sogno comune” promosso dal Tennis Viserba, la 20enne riminese (classifica 2.5) ha scelto di coltivare quel progetto che unisce sport e studi, cogliendo al volo una delle opportunità che arrivano da Oltreoceano, rivolte a studenti-atleti da tutto il mondo.

Sono sempre di più gli esempi in Italia, anche grazie a StAR – Student Athletes Recruitment. Come nel caso dei fratelli veronesi Paolo ed Elena Bompieri, che hanno deciso di lasciare la loro Peschiera del Garda e di proseguire gli studi negli States, con la racchetta da tennis a fare da lasciapassare. Prima lui, classe 1997, partito per la Carolina del Nord e la Queens University of Charlotte nel gennaio del 2017, poi lei, di un anno più giovane, dodici mesi più tardi, spostando base e ambizioni circa 150 miglia più in là, alla University of South Carolina di Aiken, nella Carolina del Sud. Lontanissimi da casa, ma vicini – anche geograficamente – l’uno all’altra, a coltivare il progetto che abbina sport e studio, e che miscela il tutto con nuove conoscenze, varie culture a confronto e tante esperienze impareggiabili. Una possibilità che stuzzicava entrambi da tempo, e alla quale hanno deciso di dare una chance.
“Non avevo la più pallida idea di come funzionasse il mondo dei college – racconta Paolo dagli States – ma grazie all’aiuto di StAR è stato tutto più facile. Corrado Degl’Incerti Tocci si è messo a completa disposizione mia e della mia famiglia, e una volta deciso di partire mi ha fornito un elenco di college disposti a offrirmi una borsa di studio, e mi ha spiegato i pro e i contro di ognuno”.
Oggi Paolo sta affrontando una doppia laurea in economia e matematica, e le difficoltà dei primi tempi sono un lontano ricordo. “Faticavo con la lingua – continua – quindi mi sentivo un po’ perso. Ma è durato poco”. I compagni di team e il coach della squadra l’hanno aiutato tantissimo, creando come una grande famiglia, e lui ha ricambiato con i risultati sul campo da tennis, trascinando i “Royals” verso tante soddisfazioni.

Il valore di sentirsi parte di un team è uno degli aspetti preferiti anche dalla sorella Elena, che invece studia Exercise and Sport Science (l’equivalente della nostra Scienze Motorie). “Essere parte di un team – dice – significa stare sempre a contatto, allenarsi insieme e aiutarsi a vicenda”. In campo, ma anche negli studi, resi più agili da un sistema che aiuta gli atleti. “La scuola – prosegue – ci ritiene importanti, quindi ci permette di saltare delle lezioni quando abbiamo degli incontri, oppure spostare degli esami quando siamo in trasferta con la squadra”. E anche l’impostazione data alle lezioni è diversa rispetto a quanto avviene in Italia. “Si fanno progetti, simulazioni e si affrontano problemi reali – dice ancora Paolo – e il college è a contatto diretto col mondo del lavoro. Questo permette agli studenti di crearsi un network al di fuori della scuola”.
Un’opportunità tanto importante che entrambi i fratelli sembrano già orientati sulla possibilità di restare negli Stati Uniti anche al termine degli studi. “Sicuramente – chiude Paolo – una volta terminato il college inizierò a lavorare qui. Poi valuterò cosa fare”. Della stessa idea la sorella, che pensa già a un Master, per arricchire ulteriormente il suo sogno americano. “Chi si trova di fronte a una possibilità simile dovrebbe fare un tentativo – è il suo consiglio -. C’è lo studio, c’è lo sport, e si matura prima”.


“Se si vuole raggiungere qualcosa di grande nello sport, nel lavoro o nella vita in generale, bisogna osare e provare a distinguersi”. Parola di Alessandro Evangelisti, 23 anni da Latina, uno che al bivio che spesso si pone di fronte agli studenti-atleti ha scelto la strada più impegnativa. Non solo studio, e nemmeno solo sport, ma entrambe le cose, portando le racchette al Concordia College di New York, grazie a una borsa di studio per la facoltà di biologia. Un passaggio che pare facile, e con l’intercessione di StAR è stato brevissimo, ma che nel suo caso nasconde una ragione profonda. Perché il suo primo obiettivo era diventare un giocatore professionista, grazie ad ambizioni coltivate nelle categorie giovanili. Dopo il liceo ha provato a fare il grande salto, riuscendo anche a entrare nella classifica Atp di doppio, ma l’enorme pressione di un ambiente estremamente competitivo non gli ha mai permesso di esprimersi al cento per cento. Così nel marzo 2015, durante una trasferta in Croazia per dei tornei Futures, ha deciso di cambiare rotta. “Sentivo il bisogno di fare un’esperienza diversa – racconta dagli States – ma che comprendesse anche il tennis. Così mi sono messo in contatto con un amico che era stato al college prima di me. M iha suggerito di rivolgermi a Corrado Degl’Incerti, fondatore di StAR, il cui aiuto è stato fondamentale. Mi ha indicato le soluzioni migliori per le mie esigenze, mi ha messo in contatto con i coach, ed è stata la mia persona di riferimento fino a quando sono partito”.
Pochi giorni dopo la decisione Alessandro ha iniziato a prepararsi per i test d’inglese, grazie a StAR ha trovato immediatamente una borsa di studio e qualche settimana più tardi era a 7.000 km di distanza, catapultato in una realtà tutta nuova. Una scelta, quella di mollare tutto e partire, che rifarebbe altre cento volte. “L’idea era molto affascinante. Mi caricava tantissimo, e non mi sono sbagliato. I tre anni al Concordia College sono stati magnifici”.
Evangelisti si è preso enormi soddisfazioni come giocatore, sia a livello individuale (ha vinto vari titoli ed è stato eletto giocatore dell’anno di una “conference” di 14 college), sia con i Clippers, guidati a tre qualificazioni ai campionati nazionali fra i vari college. Ma ha fatto altrettanto da studente: si è laureato in biologia in 3 anni, con uno d’anticipo, e ha ricevuto vari premi. Anche grazie a quelli, dopo la laurea si è trasferito a Palo Alto (California), dove oggi lavora in un laboratorio cardiovascolare alla Stanford University, mentre prepara il test di medicina, con il sogno di diventare neurochirurgo. “È un’opportunità senza eguali: a 23 anni mi trovo in una delle università più famose al mondo, e a contatto con alcune delle menti più brillanti della medicina mondiale. Sarò riconoscente a vita al tennis”.
È lo sport che gli ha aperto le porte di un’esperienza che gli cambierà il futuro, e che l’ha reso una persona migliore. “Ho imparato a conoscere e apprezzare culture diverse, e sono molto più responsabile e maturo. Incoraggio chiunque – chiude Evangelisti – a lasciare una finestrella aperta all’idea di venire negli USA: ci sono possibilità incredibili”.
Lo ripetono un po’ tutti quelli che ci sono passati.
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StAR nasce con uno scopo preciso: assistere tutti quei ragazzi che al termine delle scuole superiori devono prendere una delle decisioni più importanti della loro vita: continuare a praticare il proprio sport a un buon livello o dedicarsi agli studi universitari. Ma se ci fosse un’altra strada? StAR si offre di fare da ponte verso le università americane, dove il sistema è costruito intorno all’atleta e le opportunità sono illimitate. In questo ambiente è possibile vivere un’esperienza indimenticabile e formativa, imparare perfettamente l’inglese, ottenere una laurea di valore assoluto e continuare a praticare il proprio sport ad alto livello. Il tutto sfruttando le borse di studio che ogni anno le università americane erogano per decine di migliaia di ragazzi.Visita www.star-international.org, la pagina Facebook o contatta l’agenzia direttamente per e-mail su info@star-international.org
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