Foro Italico

Noi ora orfani del Foro Italico… Ma quanto sarà ancora più bello ritornarci!

C’è chi si consola rivedendo le grandi sfide delle edizioni passate, riproposte in tv da SuperTennis o magari conservate in video o dvd così da essere sempre pronte all’uso, chi si cimenta nel torneo virtuale, a mo’ di Fantatennis provando a pronosticare lo sviluppo dei tabelloni su qualche sito o app speciale, o chi invece scende in campo ma alla Playstation. Tutti palliativi, però, che hanno poco o nulla delle emozioni e del gusto che sanno regalare gli Internazionali d’Italia di tennis reali, un appuntamento imperdibile per gli appassionati della racchetta e non solo.

Sarebbero dovuti essere dieci giorni speciali per la storia dello sport italiano, quelli del 90esimo compleanno di questo torneo, la cui storia è cominciata nel 1930 al Tennis Club Milano grazie al lavoro e alla passione del conte Alberto Bonacossa. Nel 1935, poi, il torneo prese definitivamente possesso dell’impianto in cui ancora oggi si svolge, il Foro Italico appunto, costruito a partire dal 1928 su progetto dell’architetto Del Debbio: si è spostato da lì in tre sole occasioni, una comune ai tornei maschile e femminile, nel 1961, quando il torneo si disputò allo Sporting Torino nell’ambito delle celebrazioni del Centenario dell’Unità d’Italia, le altre due riguardano il torneo femminile, che nel corso degli anni Ottanta trovò momentanea collocazione prima a Perugia e poi a Taranto (nell’albo d’oro, alla casella 1985, c’è il nome della romagnola Raffaella Reggi).

Chi c’è stato almeno una volta ha potuto provare l’ebbrezza di “immergersi” in un fiume di persone felici, di tutte le età, sorridenti, spesso mano nella mano, dal passo decisamente veloce, a scorrazzare per il parco del Foro Italico all’inseguimento dei propri beniamini. Una location che non ha eguali nel resto del circus – a detta di chi, bontà sua, ha potuto sperimentare le altre – per il suo fascino, fra marmi bianchi e pini, con alle spalle la collina di Monte Mario, un luogo in cui una volta entrati ci si dimentica pure il caos e i ritmi frenetici della Capitale, lì a due passi, fin dal Lungotevere.

Il Centrale del Foro Italico a Roma

Invece, a causa della pandemia da coronavirus che sta tormentando il pianeta in questo 2020 che l’umanità non dimenticherà, questo rito collettivo stavolta non potrà essere celebrato, almeno non nelle prime due settimane di maggio. La verità, allora, è che siamo tutti un po’ orfani del Foro Italico. I campioni della racchetta, protagonisti dell’appuntamento romano e disposti con piacere ai bagni di folla che lo caratterizzano (ma anche al buon cibo e a tutto quello che significa Made in Italy in termini di stile e piacere), maestri e tecnici di tennis che ogni anno si ritrovano a Roma per il simposio di aggiornamento, gli operatori dei media, televisioni in primis, gli addetti ai lavori e tutte le persone coinvolte a vario titolo come staff in un evento di tale portata, i rappresentanti degli sponsor e delle aziende del settore che pianificano questo appuntamento da un anno all’altro, anche con ingenti investimenti, i dirigenti sportivi (della Federazione Italiana Tennis ma anche di ATP, WTA e Federazione Internazionale), e ovviamente le centinaia di migliaia di persone che affollano l’impianto per l’intera durata della manifestazione, disposte spesso e volentieri a sobbarcarsi lunghi viaggi in nome di una passione comune. Niente, tuttavia, in confronto al pieno di emozioni con cui ritornano a casa. A cominciare dai giovanissimi allievi delle scuole tennis, per i quali la trasferta al Foro Italico vale più di tante ore di lezione sul campo (e vale anche quando non si è più in età da SAT, credetemi…).

Per il momento non possiamo che accontentarci dei ricordi, sfogliando un album di immagini o rivivendo qualche partita del nostro campione preferito (magari attraverso articoli o cronache di “firme” del settore), ma state certi che torneremo a vivere queste esperienze.
Chissà, magari già fra qualche mese, in autunno, come si augurano gli organizzatori, se il Covid-19 non sarà più così minaccioso o la scienza ci avrà dato strumenti efficaci per difenderci dal nemico invisibile. Allora, di nuovo, tutte le strade porteranno a Roma. E sarà ancora più bello, fermandosi un attimo, con un respiro profondo, per gustare appieno il sapore di quel momento. Speciale, come solo le passioni sanno essere. Ma anche come tanti momenti della nostra vita quotidiana, che purtroppo abbiamo finito per dare per scontati.

Il Centrale del Foro Italico di Roma
Il Centrale del Foro Italico di Roma (foto FIT/Costantini)

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